Perché le fonti proteiche alternative hanno successo?
Il mercato delle proteine alternative è in forte crescita per diversi e buoni motivi. Molti consumatori e investitori sono attratti dalla carne vegetale in relazione alla sua maggiore sostenibilità e connotazione green. Alcuni sostengono la sua capacità di abbattere drasticamente le emissioni di gas serra. Altri consumatori sono convinti dei benefici derivanti per la salute e per il ridotto contenuto di grassi saturi.
Poiché la tendenza dei consumatori gravita verso fonti proteiche alternative, assistiamo alla nascita di nuove startup nonché alla riconversione delle aziende di lavorazione tradizionale della carne per espandere le proprie attività e integrare l’offerta dei prodotti con l’obiettivo di allinearsi a tale evoluzione. Durante questo processo molte aziende ritengono che l’automazione e le soluzioni informative siano elementi essenziali per conseguire i risultati auspicati.
Come si inserisce l’automazione in questo contesto?
I principali produttori di beni di largo consumo riconoscono l’impatto che l’automazione può avere sulle loro attività, dalle caratteristiche del prodotto, alla sicurezza e alla tracciabilità, così come sul risparmio dei costi e sulla flessibilità necessaria per fronteggiare le variazioni della domanda globale dei consumatori. Inoltre, soprattutto le aziende produttrici di carne vegetale possono trarre vantaggi dall’automazione in relazione alle sfide specifiche del loro settore.
Una differenza sostanziale tra i processi tradizionali di lavorazione della carne e quelli per la carne vegetale risiede nel numero di ingredienti utilizzati. La carne vegetale necessita di agenti leganti, aromatizzanti e stabilizzanti che siano in grado di riprodurre il sapore, la consistenza e l’aspetto delle proteine tradizionali della carne. Nella misura in cui i produttori di carne tradizionale passassero anche alla lavorazione di carne vegetale, amplierebbero il loro campo di responsabilità, che includerebbe pertanto anche l’approvvigionamento, lo stoccaggio, la gestione e il dosaggio degli ingredienti necessari. Le soluzioni di automazione, come un sistema di gestione della produzione (MES), sono in grado di fornire la necessaria visibilità per soddisfare i requisiti front-end relativi agli ingredienti e per gestire la tracciabilità, la qualità e le ricette.
Poiché molte aziende si avvalgono della tecnologia IIoT (Industrial Internet of Things) per la connessione delle attività internamente alla propria organizzazione, possono trarre quindi utili vantaggi dall’intelligenza artificiale e dagli algoritmi di machine learning. Questi potenti algoritmi contribuiscono a prendere decisioni in tempo reale basandosi su maggiori e migliori informazioni, per migliorare resa, produttività e qualità.
Infine, le aziende produttrici di fonti proteiche alternative ritengono che le soluzioni di automazione e gestione delle informazioni siano in grado di fornire strumenti per la riduzione dei costi e, di conseguenza, per allinearsi ai prezzi della carne tradizionale, raggiungendo un obiettivo dichiarato da molti produttori di carne vegetale.
Cosa rende differente la produzione di fonti proteiche alternative?
Una sostanziale differenza tra la carne vegetale e la carne tradizionale risiede nel processo. La lavorazione della carne tradizionale prevede processi a manodopera intensiva con un elevato numero di dipendenti operanti a stretta vicinanza per la macellazione e la suddivisione tra tagli primari e tagli derivati. Al contrario, la produzione di carne vegetale avviene per mezzo di un processo di assemblaggio, che generalmente si basa su un limitato numero di addetti e un’elevata automazione, per garantire un’accurata gestione dei batch e il necessario controllo di processo, con l’obiettivo di ottenere e di fornire l’uniformità richiesta lungo la catena produttiva.
Nella lavorazione tradizionale della carne, un’altra differenza è rappresentata dal fatto che ogni animale ha una propria forma e grandezza, nonché un peso individuale. Questi aspetti rendono più complessa l’implementazione dell’automazione, sebbene stiano emergendo tecnologie come la visione artificiale e la robotica, grazie alle quali è possibile superare tali ostacoli. D’altro canto, se la produzione di carne vegetale non presenta problemi correlati all’uniformità di forma, grandezza e peso, ha tuttavia la necessità di approvvigionare, immagazzinare e ottimizzare un numero maggiore di ingredienti.
Quali sono dunque i vantaggi della lavorazione di fonti proteiche alternative rispetto alla carne tradizionale?
Con una catena logistica lunga e complessa, il processo di lavorazione della carne tradizionale può essere oneroso e costoso. Prima che un animale possa essere macellato, sono necessarie tante fasi, che coinvolgono gli allevatori, i veterinari e l’intera catena, i cui tempi sono particolarmente dilatati e variabili. Esiste anche il rischio imprevedibile di malattia del bestiame, che può decimare le mandrie e fare lievitare i costi. Con una gestione efficiente i produttori di carne vegetale possono invece prevedere e risparmiare costi a lungo termine rispetto alla carne tradizionale.
Pertanto, mentre l’industria della carne tradizionale ha raggiunto una fase di maturità, quella della carne vegetale ha conseguito un significativo consolidamento. Il risultato è stato un minore numero di aziende fornitrici di carne, che di rimando ha ampliato i mercati di distribuzione, con il conseguente rischio di ripercussioni sulle forniture ai consumatori, ad esempio nel caso in cui un’azienda fermasse l’attività all’improvviso, come è recentemente avvenuto durante la fase critica di chiusure correlate alla pandemia da Coronavirus. Al confronto, l’industria delle fonti proteiche alternative sta suscitando l’interesse reale di nuove startup e di immediati investimenti in tutto il mondo, che si concretizza in un maggiore numero di aziende operanti nel settore e in forniture distribuite più uniformemente lungo l’intera filiera industriale.
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